mercoledì 22 maggio 2013

"Il peccato", Josephine Hart - discussione del 08 maggio 2013

La frase del mese:
"Le donne belle incontrano l'uomo porco già da prima"
Buongiorno a tutti!

Eccoci qui con il report dell'ultima discussione. In linea di massima, il romanzo non ha entusiasmato nessuno. Giuliana ha comunque cercato di trovarci qualcosa, e riflettendo sulla storia, si è resa conto che Ruth vive in simbiosi con la sorella Elizabeth, tanto che si potrebbero intendere come un'unica persona, ognuna con caratteristiche che completano l'altra. Ruth è una creatura spirituale e maligna, ma in fin dei conti, nonostante la sua perfidia, da carnefice diventa vittima. Secondo Giuliana, Ruth e Elizabeth sono due facce della stessa medaglia, esattamente come lo sono i figli: la prima rappresenta il lato negativo, l'altra quello positivo.

Marzia dice di non aver capito a fondo questo romanzo. La domanda che si pone è: perché Ruth è così cattiva? Qual è il motivo di questa cattiveria gratuita? Era invidiosa?
Io ho avanzato l'ipotesi che forse Ruth fosse stata talmente esposta alla bontà e alla gentilezza, che alla fine ha avuto come un rigetto: satura di bontà, Ruth finisce per averla a noia, come quando uno fa indigestione di caramelle.

Lara invece ha una visione totalmente diversa. Secondo lei, le due sorelle si sono scelte un ruolo, volutamente impersonato. Ruth ha preso su di sé il ruolo della cattiva, mentre Elizabeth, che si sentiva in difetto per il fatto di essere stata adottata, ha deciso di essere la buona di famiglia, e tutte e due portano avanti questo ruolo a testa bassa e senza tentennamenti. Per questo il romanzo le è sembrato innaturale e non l'ha convinta. Secondo Lara, questa determinazione nel voler essere dannosi con tanta lucidità non è verosimile.

Marta aveva letto questo romanzo diversi anni fa, e ricordava il ruolo ambiguo delle due donne. Rileggendolo, non le è piaciuta la forma stilistica, soprattutto la punteggiatura "affollata" non le congeniale. Ha trovato interessanti i personaggi, perché secondo lei alla fine non si capisce bene chi sia davvero cattivo; infatti, alla fine del romanzo è chiaro che Elizabeth ha ben capito l'atteggiamento della sorella, e nonostante le rimanga vicino durante il momento cruciale, di certo non dà l'aria di essere l'essenza della bontà.

Sempre secondo Lara, l'unico tratto davvero autentico del romanzo è la competizione di Ruth con tutti, anche con gli uomini: la sua smania di primeggiare è la sua caratteristica principale. Anche l'odio per la sorellastra potrebbe spiegarsi così: Elizabeth le ha rubato il ruolo di primogenita, e almeno in questo ambito non potrà mai primeggiare (anche di fatto se le spetterebbe di diritto).

Per Alessio, invece, la vera nota di originalità del romanzo è il fatto che non c'è un motivo, o un evento scatenante. Semplicemente, Ruth ha basato la sua vita sull'invidia.

Devo dire che a questo punto abbiamo continuato ancora un po' la discussione, ma c'era davvero poco da dire... e io ho smesso di prendere appunti. Perché avevo in testa....


Ok, non era proprio così, ma insomma :)

Riporto qui il romanzo scelto per il prossimo incontro (scelto con un sofisticato e all'avanguardia sistema elettorale):




Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: "è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio" si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato "che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale". La vita di Eduard Limonov, però, è innanzitutto un romanzo di avventure: al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro, sorprendente, e irresistibile. Perché Carrère riesce a fare di lui un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante - a volte perfino accattivante. Ma mai, assolutamente mai, mediocre. Che si trascini gonfio di alcol sui marciapiedi di New York dopo essere stato piantato dall'amatissima moglie o si lasci invischiare nei più grotteschi salotti parigini, che vada ad arruolarsi nelle milizie filoserbe o approfitti della reclusione in un campo di lavoro per temprare il "duro metallo di cui è fatta la sua anima", Limonov vive ciascuna di queste esperienze fino in fondo...


Ci vediamo quindi mercoledì 12 giugno, ore 21.00 Arcipelago Progetti, via Borromini 21 - Mira 


Buona lettura!




Calendario dei prossimi incontri