venerdì 27 settembre 2013

Il calendario dei prossimi incontri

"Limonov", Emmanuel Carrère - discussione di giugno 2013

Ciao a tutti!

Riprendiamo oggi, dopo qualche mese di stop, i resoconti dei nostri incontri, ripartendo dalla lettura di giugno, ovvero Limonov, di Emmanuel Carrère.

Iniziamo col dire che Limonov, il protagonista di questo romanzo, non è un personaggio inventato. Dice l'autore che "è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna". Il libro racconta le avventure dello scrittore Limonov dagli esordi fino ai giorni nostri, mettendo in luce le diverse sfaccettature del suo carattere, e riuscendo a renderlo alternativamente accattivante o insopportabile. Insomma, una figura controversa, che fa discutere. 

Il nostro giudizio su questo romanzo è vario. Marzia l'ha trovato molto interessante all'inizio, poi però la lettura si fa lunga e pesante, specie quando improvvisamente (e senza apparente motivo) la narrazione passa dalla vita di Limonov a quella dell'autore Carrère. Comunque, il romanzo in linea generale le è piaciuto. 

Alicia fa notare la grande quantità di personaggi, o anche di semplici comparse, come se si volesse mettere in evidenza quanto Limonov fosse conosciuto, ma in fin dei conti la grande impresa che fin da giovane si prefiggeva di compiere non è mai arrivata.

Il romanzo è piaciuto molto a Massimiliano, che si è trovato a suo agio nella lettura, dato che è un appassionato di storia. Oltre a essere interessante dal punto di vista storico, Massimiliano fa notare come la figura di Limonov possa essere considerata in modo diverso a seconda del punto di vista dell'osservatore. Mentre da noi è importante specializzarsi, limitando le esperienze esclusivamente al proprio campo di competenza, in altre culture viene vista con maggiore considerazione la figura di colui che prova tante cose, anche se apparentemente non collegate tra loro. Secondo Massimiliano, Limonov dà prova di grande forza e disciplina, e il romanzo è un vero e proprio viaggio nel passato recente e in una vita interessante.

Anche Michele ha apprezzato questo libro, che offre un inedito panorama sulla storia contemporanea, di solito presentata dal punto di vista occidentale. Qui invece abbiamo la possibilità di vedere la vita nell'Europa orientale vista da una persona che ci viveva. Rende più chiaro il gioco geopolitico, e le varie sfaccettature della caduta del Muro di Berlino vengono mostrate sotto una luce diversa e nuova per noi lettori occidentali. Anche le figure di Gorbaciov e Putin assumono valenze completamente diverse.

A Lara, invece, il romanzo sostanzialmente non è piaciuto. Concorda sull'eccezionalità del personaggio, ma non le è piaciuto il fatto che l'autore abbia inserito note della sua vita privata nella biografia di un altro. Poi fa notare come tutto il romanzo si basi su un'unica intervista fatta da Carrère a Limonov, della durata di un solo pomeriggio. Quanto, di tutti i dettagli narrati, deriva dalla fantasia dell'autore? Lo stile invece è interessante, con l'uso del tempo presente che dà alla narrazione immediatezza e vivacità. Tuttavia, le scene sono tutte uguali, hanno tutte lo stesso peso, non c'è niente che spicchi rispetto al resto.

Infine, qualcuno fa notare come il romanzo non renda un grande servizio alla figura della donna in Russia: si ha l'impressione infatti che tutti i personaggi femminili incontrati da Limonov abbiano una certa familiarità con l'alcool, e siano tutti più o meno disadattati. Certo, un tipo come il nostro protagonista non poteva che entrare in contatto con gente sopra le righe, se così vogliamo definirle, tuttavia nel romanzo notiamo che la donna spesso non gode di grande considerazione, e anzi, sembra quasi che ci sia una violenza diffusa. A tal proposito Maria Grazia fa notare che questi ambienti "malfamati" sono evidentemente l'habitat entro il quale si muove Limonov, e che comunque la donna in Russia gode di una libertà anche sessuale che fino a qualche anno fa era per noi impensabile. La spiegazione è da ricercarsi probabilmente nel fatto che, mentre da noi la Chiesa cattolica è entrata pesantemente nella vita delle famiglie, in Russia la Chiesa ortodossa è rimasta più distaccata, consentendo alla figura della donna di evolversi in maniera diversa e per certi aspetti più libera.

Per saperne di più sulla vita nella Russia sovietica, sempre Maria Grazia consiglia la lettura di:

A Mosca, a Mosca!
Serena Vitale
Mondadori (2010)


A presto con il prossimo resoconto!
Silvia