lunedì 28 novembre 2011

Una gita a...

La nostra Dany, che ultimamente è una vera miniera di idee, propone una gita culturale a Milano, per visitare la mostra "Brera incontra Pushkin" alla Pinacoteca Brera.

Un'eccezionale selezione di opere di Cézanne, Gauguin, Monet, Matisse, Renoir, Picasso, Rousseau e Van Gogh, proveniente dalle collezioni del Museo Pushkin di Mosca, è visibile nella Pinacoteca di Brera. La mostra, nel presentare assoluti capolavori della pittura francese tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, mette l'accento sulle figure di due straordinari collezionisti russi. Tutti i dipinti esposti sono infatti appartenuti a Sergej Sčukin e Ivan Morozov che, acquistando direttamente nelle più importanti gallerie di Parigi, crearono con grande lungimiranza collezioni uniche. L'esposizione milanese si svolge in stretta reciprocità con quella dedicata a Caravaggio che apre al Pushkin il 22 novembre, concludendo idealmente l' Anno della Cultura Italia-Russia. 

Proponiamo la gita per domenica 18 Dicembre, per favore lasciate un commento se siete interessati.


Pizza Natalizia!

Per festeggiare il Natale e anche il quasi-anno di attività del nostro gruppo,
vi invitiamo ad una pizza in compagnia,
mercoledì 21 Dicembre ore 20.30
presso la pizzeria
Barone Rosso di Spinea

dove si esibirà la nostra lettrice Lara
con il suo coro Thomas Tallis.

Aspettiamo le vostre adesioni!


"Dance dance dance", Haruki Murakami - discussione del 23 Novembre 2011

Ciao a tutti!

Eccoci qui, in ritardo come al solito, con l'aggiornamento del nostro blog. L'ultimo incontro è stato molto interessante e anche molto... goloso! Daniela ci ha ospitati a casa sua, in attesa di trovare un luogo adatto per le nostre discussioni, e ci ha viziati con dolcetti vari, ai quali poi si è aggiunta una focaccia portata da Raffaella... insomma, alla fine avevamo la panza piena. Da tornare a casa a piedi, praticamente.

Tornando a noi, la discussione è stata come sempre interessante. Il libro del mese era Dance dance dance di Murakami Haruki, che il linea di massima è piaciuto a tutti, ma a qualcuno con riserva.
Il romanzo è ambientato a Sapporo, negli anni '80, e il protagonista è un personaggio un po' anomalo, un giornalista che scrive articoli "tappabuchi", come li definisce lui stesso, ovvero recensioni di ristoranti, depliant, ecc. Il suo non è proprio "scrivere", non si considera uno scrittore, ma questa attività gli consente di sostentarsi (e anche bene, stando a quanto ci viene raccontato), pur non procurandogli alcuna soddisfazione: la sua è manovalanza, esattamente come quella di uno spalatore di neve. Lo troviamo in un momento di empasse della sua esistenza: infatti, la moglie è sparita, gli è morto recentemente un amico, e soprattutto decide di prendersi una pausa di diversi mesi dal lavoro. Notiamo a questo punto che la perdita del lavoro ha sicuramente un significato più forte e profondo nella cultura giapponese rispetto alla nostra: rinunciare volontariamente al lavoro, anche se per qualche mese, comporta una specie di "tradimento" del gruppo lavorativo, si tratta di un vero e proprio isolamento; il nostro protagonista quindi è un po' un diseredato, e vive senz'altro una condizione particolare. Il suo è un modo molto "occidentale" di vivere, con questo scarso interesse per il lavoro, e con la sua passione per la cucina e il mangiare bene. Inoltre, è un tipo meticoloso.
Per entrare nei "fatti" (tra virgolette non a caso, perchè l'azione è veramente molto limitata in questo romanzo), il nostro personaggio (del quale non viene mai specificato il nome) da qualche mese ha un sogno ricorrente: sogna Kiki, una prostituta con la quale aveva passato una notte diverso tempo prima, che piange per lui al Dolphine Hotel dove si erano incontrati. Convinto che il bandolo della matassa sia da ricercarsi in questo albergo, vola a Sapporo in pieno inverno e pernotta al Dophine, trovandolo però un po' cambiato. Infatti, la vecchia struttura è stata nel frattempo riammodernata, e del vecchio albergo non rimangono che alcune foto nell'atrio. Un po' disorientato, il nostro protagonista decide comunque di alloggiare lì. Incontra, nella hall dell'hotel, una tredicenne bellissima, affascinante, che si scoprirà poi avere anche dei poteri di sensitiva e che accompagnerà il protagonista per tutto il romanzo. Che ruolo avrà questa ragazzina? Notiamo che ha alcuni punti in comune con l'amico del protagonista, Gotanda, che entrerà in scena un po' più avanti, e che farà fare al protagonista un passo avanti nella ricerca di Kiki: la tredicenne e l'amico attore sono entrambi bellissimi, ma la ragazza invece di attirare le amicizie sembra allontanarle, è un'emarginata, e con il protagonista si crea un rapporto ambiguo. Si isola dagli altri ascoltando sempre musica (il tema della musica rock-pop anni ottanta è ricorrente in tutto il libro), ha delle visioni, e vive in una famiglia che dire disagiata è poco.
Nella hall dell'albergo il protagonista incontra anche la segretaria, una tipa un po' nevrotica, che per la prima volta gli racconta degli eventi paranormali che avvengono nell'albergo e che lei ha vissuto in prima persona. Ben presto anche il protagonista sperimenterà questa "esperienza", riuscendo a parlare con un "uomo-pecora" che dice di poterlo connettere il tutto; il protagonista non deve far altro che continuare a danzare. Apparentemente, questa esperienza non ha nessun effetto sconvolgente per il protagonista, che accetta questo fatto e prosegue nella sua ricerca di Kiki. Rinsalda l'amicizia con l'amico attore, che ha riconosciuto in un film visto al cinema. Varie vicissitudini lo portano alle Hawaii, dove il progatonista entra in una stanza trovandovi 6 scheletri: crede di sapere di chi siano, ed è convinto che quello mancante sia di Yuki, la tredicenne affascinante. Yuki, che passa tutte le sue giornate con il protagonista, è una sensitiva, come dicevamo, ed entrando in contatto con oggetti che riguardano Gotanda, l'amico attore, conferma al protagonista che Kiki è stata uccisa da quest'ultimo. Ma anche Gotanda teme di averla uccisa, lo dice anche al protagonista, ma non ricorda bene... infine, Kiki riappare in sogno, e garantisce al protagonista che lei non è morta, e spiega che il suo pianto per lui nei sogni precedenti era dovuto al fatto che lui non sa piangere, e quindi lei, Kiki, piangeva per lui. Anche in questo dialogo surreale e un po' strampalato, quando sul più bello il lettore avrebbe la possibilità di inquandrare meglio la situazione e di capire, il discorso finisce in modo inconcludente, lasciando di fatto al lettore la più libera possibilità di interpretazione. Di fatto, questo romanzo si completa con il lettore: ognuno riesce ad assegnargli le sfumature e i significati che preferisce.

Lara si aspettava che fosse più inquietante, ma in realtà questo romanzo non si colloca perfettamente nè nella categoria dei noir, nè tanto meno in quella dei romanzi di formazione. Non è stata una lettura avvincente, ma nella sua pesantezza è risultato stranamente leggero da leggere.

Daniela e Matteo invece hanno posto l'accento soprattutto sulla vita solitaria di questo personaggio, facendo notare che a volte le descrizioni che l'autore fa sulla vita da single sono davvero fulminanti.

Io non lo ricordavo benissimo, e ringrazio i miei compagni di lettura per il divertentissimo riassunto! Il libro all'epoca mi era piaciuto, ricordo che l'avevo paragonato ad un vortice e l'avevo definito "psichedelico". Non ci avevo trovato nessun messaggio particolare (a parte l'invito, un po' scontato, a danzare sempre, ovvero a non arrendersi mai), ma mi era piaciuto proprio per la leggerezza che ha trovato anche Lara; l'ho apprezzato per il suo essere sconclusionato e in qualche modo "aperto" a svariate interpretazioni. Mi ha fatto anche sorridere più di qualche volta, e mi era parso come un sogno divertente che ti fa sorridere svegliare di buon umore.

Lara ci fa notare il finale: il protagonista finalmente inizia la sua storia d'amore con la segretaria dell'albergo, e al mattino, poco prima che lei si svegli, lui, che non ha più trovato l'uomo-pecora nella dimesione parallela dell'albergo, finalmente piange. Ricordate il motivo per cui Kiki piangeva? Possiamo dire che il protagonista ha finalmente concluso il suo periodo di empasse, ritorna alla vita reale, in un certo senso, e infatti decide di svegliare la segretaria con un "E' mattina"; un'esclamazione semplice che riporta definitivamente alla realtà, alla quotidianità.

Non è facile fare il riassunto di un libro del genere... ho trovato questa mini-recensione di un utente Anobii, che secondo me riepiloga bene il romanzo:

"Affascinante, intelligente, ricco di situazioni e personaggi memorabili. Ma anche ermetico, dispersivo, caotico, sconclusionato. Alla lunga può annoiare, ma vale comunque la pena leggerlo".

Infine, sempre Lara ci segnala un sito (www.musicaememoria.com) dove sono elencate tutte le canzoni citate nel romanzo, che sono veramente tante. Praticamente ogni scena ha una sua colonna sonora.

La discussione di questo libro sconclusionato ci ha portato via un sacco di tempo, e abbiamo quasi fatto mezzanotte. Quindi non abbiamo ancora scelto il libro per il prossimo incontro, che sarà

Mercoledì 25 gennaio

Lanciamo quindi un "giochino": scrivete nei commenti (appena potete) i romanzi che volete proporre (massimo due), poi metteremo al voto.

Restiamo in attesa delle vostre proposte!

lunedì 21 novembre 2011

Il prossimo incontro si avvicina (Mercoledì 23 Novembre)

Ciao a tutti!

L'ha già fatto Daniela, ma volevo ricordarvi che questo mese lasceremo l'Altro Fragile per migrare in luoghi più adatti alla discussione, e per la precisione questo mese ci troveremo a casa di Daniela.

La padrona di casa che gentilmente ci ospita chiede di sapere più o meno quanti saremo, in modo da potersi organizzare. Per favore, scrivete direttamente nella sua bacheca FB oppure lasciate un commento qui. Grazie!

Come procede la lettura? Pare che Murakami ultimamente vada alla grande, leggete anche qua:

http://italians.corriere.it/2011/11/20/7395/


A presto!

giovedì 3 novembre 2011

"Teresa Batista stanca di guerra", Jorge Amado - discussione del 26 Ottobre 2011

Il romanzo di Jorge Amado "Teresa Batista stanca di guerra" è un'opera che non conosce le mezze misure: o si ama, o si odia. Di certo non lascia indifferenti. Con un grande romanzo popolare l'autore narra la vita di Teresa Batista, ragazza povera e bellissima, le cui gesta vengono riportate direttamente dalla gente che veramente l'ha conosciuta, o che è stata raggiunta dalla sua fama.
La narrazione di Amado non procede in ordine cronologico: Teresa viene introdotta quando questa, già adulta, tenta di sbarcare il lunario lavorando come ballerina in un cabaret di Aracajù. Per motivi che saranno chiari al lettore solo più avanti, la ragazza non può tollerare che una donna venga minacciata in sua presenza, e la sera del suo debutto al cabaret come sambista prende le difese di una ragazza offesa dando avvio ad una rissa quasi epica, durante la quale incontrerà l'amore della sua vita, il capitano di saveiro Januario Gereba. Ma si tratta di un amore che non potrà essere: Januario, infatti, è già sposato e deve tornare a casa, dove lo aspetta la moglie malata. Teresa, che era arrivata ad Aracajù con l'intento di costruirsi una vita tranquilla lontana dai turbamenti del cuore, sa che non ci sarà spazio per nessun altro al di fuori del capitano Gereba, e affronta le peripezie che la aspettano con l'incrollabile speranza di rivederlo.
A questo punto inizia la narrazione del passato di Teresa, che possa chiarire al lettore come mai questa ragazza è così sicura di sè e così intollerante nei confronti dei soprusi, soprattutto nei confronti delle donne; si viene quindi a sapere che era stata venduta ancora bambina ad un capitano, un sadico stupratore, che non le ha risparmiato alcun genere di violenza. Si tratta, per noi, del capitolo più ostico di tutto il romanzo, durante il quale vengono narrate con dovizia di particolari le violenze e gli abusi su Teresa perpetrati da questo pedofilo con l'hobby di "collezionare" vergini. La lunghezza del capitolo e la descrizione particolareggiata dell'incubo vissuto da Teresa e dalle altre bambine cadute nelle grinfie di questo delinquente può far pensare inizialmente ad un'esagerazione, come se l'autore volesse soddisfare una certa morbosità. In realtà, si tratta di un capitolo che urta profondamente la sensibilità del lettore, costretto ad immergersi nel periodo più sordido e squallido della vita di Teresa. A tutta questa violenza la ragazza reagisce chiudendosi in sè stessa: se non può sfuggire alla sorte, almeno non si renderà complice di quello che le sta accadendo. I tentativi dell'orco che la tiene prigioniera sono quindi inutili: la ragazza è sottomessa solo con il corpo, ma non con lo spirito. E infatti, si libererà del suo aguzzino in un modo piuttosto cruento; si tratta della prima morte che graverà sul cuore di Teresa.
La narrazione nel capitolo successivo ritorna al presente, e troviamo Teresa nel ruolo di mantenuta di un dottorino, catapultata nel bel mezzo di un'epidemia di vaiolo nero. Anche in questa circostanza la nostra protagonista si fa notare: mentre le istituzioni abbandonano il campo (il medico, l'infermiera, gli aiuti dalla città che non arrivano), Teresa e le altre donne del postribolo si dedicano alla cura degli ammalati, con pazienza e dedizione, senza avere nulla in cambio.
Segue il capitolo dedicato al periodo in cui Teresa ha vissuto, come mantenuta, al "servizio" del dottor Emiliano, un importante industriale della zona; sotto la sua protezione Teresa, che ha appena concluso l'esperienza in casa del capitano, fiorisce e diventa una donna elegante e raffinata. Sebbene circondata dagli agi e dalle attenzioni del dottore, anche in casa sua Teresa vive di fatto da schiava: è a disposizione di questo signore di mezz'età, che periodicamente la va a trovare e per il quale Teresa deve sempre essere disponibile, senza chiedere nulla in cambio. Il fatto che la ragazza sia, anche in questo caso, sottomessa al suo padrone è evidente quando questa viene costretta ad abortire un bambino che voleva fortemente; questa scelta, imposta dal dottore che non voleva figli illegittimi, peserà sul cuore di Teresa fino alla fine. Il dottore si renderà conto successivamente del male che ha causato alla sua ragazza, che è diventata lentamente non più soltanto una mantenuta, ma si è rivelata essere quell'amore vero che in famiglia Emiliano non ha mai vissuto. Infatti, il dottore alla fine cercherà di regolarizzare Teresa, in modo da garantirle un sostentamento anche dopo la sua morte, ma non farà in tempo: morirà quella stessa notte, a letto con Teresa. La ragazza, che decide di abbandonare la casa senza pretendere nulla dai parenti del defunto, porterà il peso anche di questa morte. Il capitolo dedicato al dottor Emiliano è il primo finalmente un po' meno angoscioso, interessante dal punto di vista narrativo con i suoi continui rimandi al passato e ritorni al presente, e avvia il lettore verso un la parte più leggera del romanzo, ovvero il capitolo che narra le vicende di Teresa a Bahia.
In quest'ultima parte del romanzo entrano in scena numerosi protagonisti secondari, delle macchiette che hanno lo scopo di rendere l'atmosfera popolana di Bahia, con la sua zona "perbene" e quella dedicata al meretricio, nel bel mezzo della città. Ma nella vita cittadina agiscono attivamente non solo persone in carne ed ossa, scendono in campo anche gli spiriti e le divinità pagane che spesso sono stati richiamati nel corso del romanzo, condizionando gli avvenimenti e contribuendo al successo di Teresa, alla guida della rivolta delle prostitute, il cosiddetto "sciopero del canestro".
In questo ultimo capitolo, come ci fa notare Lara, si trova la frase che chiarisce il senso del romanzo che, fino ad adesso, come quando si guarda un quadro impressionista da vicino, risulta confuso, quasi un'accozzaglia di avvenimenti che hanno come comune denominatore il sesso. Questa frase consente al lettore di dare uno sguardo d'insieme all'opera, che acquista finalmente un significato:

"[...] Teresa Batista assomiglia al popolo e a nessun altro: al popolo brasiliano così rassegnato, mai sconfitto. Che quando lo credono morto, risorge ancora dalla bara"

E' questa, la ragazza Teresa: una persona che viene violata, umiliata, privata della libertà, e che però trova sempre le risorse per rinascere, per guardare avanti e non lasciarsi andare. Siamo rimasti stupiti, durante la lettura di questo romanzo, del fatto che Teresa, nei 13 anni di vita che ci vengono narrati, non abbia mai trovato la forza di ribellarsi al suo destino di prostituta, sebbene abbia i mezzi per farlo: è istruita, sa leggere, scrivere e far di conto, ha lavorato come commessa e ha fatto la maestra ai bambini di strada, eppure ogni volta che si chiudeva un periodo della sua vita è sempre tornata al postribolo, come se non concepisse nessun'altra alternativa.
Noi crediamo che Amado con la figura di Teresa abbia voluto dare una descrizione, bellissima, del popolo brasiliano, e che addirittura ogni capitolo, ogni disgrazia vissuta da Teresa,
rispecchi una vicissitudine nella storia del Brasile. Teresa, esattamente come il popolo brasiliano, viene vessata e umiliata, ma non si arrende mai: sottomessa solo nel corpo, ma non nello spirito. Ci chiedevamo quindi se, ad esempio, il Brasile avesse vissuto una dittatura che spiegasse il capitolo del capitano: e infatti, come ci fa notare Daniela, la dittatura effettivamente c'è stata. Anche gli interventi che l'autore finge di aver raccolto direttamente da gente del popolo assumono, a questo punto, un significato preciso: descrivono Teresa come una figura quasi leggendaria, assegnandole appellativi come ad esempio "Teresa attaccabrighe", "Teresa passo morbido", "Teresa di Omolù" o "Teresa del Vaiolo Nero", proprio come avviene con le figure mitologiche, perchè Teresa, forse, non è una persona in carne ed ossa, ma è l'allegoria del popolo brasiliano.

Il romanzo si chiude con un finale particolare, che solo a prima vista può essere considerato sbrigativo. Teresa approda finalmente ad un porto sicuro, ma prima di aprire la porta che dà sulla sua nuova vita, viene guidata in una sorta di "rituale", molto particolare e simbolico, che la porta a liberarsi finalmente di tutti i pesi che le gravano suo cuore (l'uccisione di un uomo, la morte del suo bambino mai nato e del dottore) e finalmente si libera, liberando di conseguenza anche il lettore da tutte le brutture narrate nel romanzo, e consentendogli di provare un sollievo che poi rimane impresso nella memoria. A questo punto è lecito chiedersi se con questa chiusura Amado, che per tutto il romanzo non ha fatto altro che narrare le sorti del proprio paese, non voglia pronosticare e augurare al Brasile un futuro luminoso, dopo una storia travagliata, e l'approdo in un porto sicuro, libero finalmente dalle brutture del passato.

Se qualcuno avesse voglia di fare delle ricerche in proposito...

Insomma, questo libro è stato ostico, forse non avremo occasione (nè la voglia!) di rileggerlo, però ne è valsa la pena. Soprattutto, senza la discussione finale tutti assieme, probabilmente avremmo travisato quello che Amado voleva trasmettere al lettore.


Chiuso il capitolo "Teresa", abbiamo individuato il libro del prossimo incontro del 23 Novembre, ovvero:

Dance dance dance (Murakami Haruki).
È un giorno di marzo, al Dolphin Hotel di Sapporo, a.d. 1983. Alla radio suonano gli Human League. E poi Fleetwood Mac, Abba, Bee Gees ecc. Uno strano mondo, questo, dove tutto - o quasi - si può comprare. C'è un giornalista free lance che ha perso molte cose nella vita e ogni volta una parte di sé. Cammina controvento senza perdere lo slancio: forse, per mantenere la rotta, non gli interessa che lasciarsi andare alla deriva. C'è una ragazzina di tredici anni seduta da sola in bar. Ci sono una receptionist troppo nervosa, un attore dal fascino irresistibile, un poeta con un braccio solo; e un salotto a Honolulu dove sei scheletri guardano la TV. Esiste un collegamento fra queste cose, un senso anche per chi ha perso l'orientamento, basta continuare a danzare (da www.ibs.it).



Come s'è detto, il prossimo incontro sarà:

Mercoledì 23 Novembre ore 21:00

Dato che il nostro ritrovo abituale è diventato ultimamente un po' troppo rumoroso, stiamo valutando altre soluzioni. Quindi il luogo dell'incontro vi verrà comunicato sotto data.


Intanto, Buona lettura!!