giovedì 10 ottobre 2013

"Lui è tornato", Timur Vermes - discussione di luglio 2013

Ciao a tutti, 

 ricomincia il mio tentativo di mettermi in pari con l'aggiornamento del blog. Questa volta tocca al resoconto della discussione di "Lui è tornato", di Timur Vermes. Non avendo partecipato all'incontro, mi avvalgo della preziosa sintesi di Lara. Ovviamente sentitevi liberi di commentare, se vi viene in mente dell'altro. 

Dunque, la discussione ha visto sostanzialmente due gruppi fronteggiarsi sulla posizione assunta dall'autore: infatti, per alcuni si tratta di uno scrittore palesemente filonazista, per aver dipinto un Hitler "simpatico" senza aver mai preso chiaramente una posizione critica del suo pensiero, correndo così il rischio di far apparire il romanzo (agli occhi di lettori poco acculturati, di intelletto debole o di incerta moralità) come un'apologia del nazismo. Per altri, invece, il problema non sussiste, e al contrario la paradossalità delle situazioni ha generato una comicità lungi dal rendere accattivante il pensiero del Fuehrer, contribuendo a renderlo ancora più mostruoso. Secondo questo secondo gruppo il romanzo, pur essendo complessivamente divertente, specialmente in alcuni episodi lascia l'amaro in bocca e una sorta di inquietudine di fronte alla pericolosità di certe tesi, se divulgate con forza e capacità. 

Rispetto al potere dei media eravamo tutti d'accordo, anche se Michele ha fatto notare che Internet, pur essendo uno strumento molto diffuso, manca di autorevolezza, per cui se è vero che raggiunge facilmente le masse, è anche vero che difficilmente riesce a cambiare le cose.

Secondo Massimiliano la forza più grande dell'Hitler originale, resa molto bene anche in quello fittizio del libro, è il suo fanatismo: la cieca convinzione con cui esprime il suo pensiero, senza lasciar margine per obiezioni o dubbi, ha la forza straordinaria di convincere il destinatario della verità assoluta del suo messaggio.

Tutti infine hanno lodato la precisione documentale e di ricerca storica alla base del libro.



Silvia