venerdì 9 marzo 2012

"Memorie di Adriano", Marguerite Yourcenar - discussione del 29 febbraio 2012

Ragazzi, dovete perdonarmi per il ritardo. Il fatto è che ho perso si è reso irreperibile il foglio con gli appunti presi da Lara e non mi ricordo più niente faccio fatica a raccogliere le fila del discorso che avevamo fatto su Memorie di Adriano. Provo a riassumere velocemente, riservandomi di scrivere qualcosa di decente nei prossimi giorni.

Il romanzo della Yourcenar ha raccolto impressioni contrastanti: mi è parso di capire che a Loris è piaciuto tantissimo (come a me!), Lara l'ha trovato degno di approfondimenti (tanto che ci ha fornito interessanti spiegazioni sui titoli dei capitoli), mentre invece Massimiliano un po' un "vorìa ma no posso" per quanto riguarda la prima parte, quella più densa di riflessioni filosofiche. E in qualità di filosofo del gruppo ci ha aperto interessanti ambiti di discussione. Secondo Daniela la scrittura della Yourcenar è fin troppo complessa, e non rende scorrevole la lettura. In effetti, non è esattamente un romanzo da leggere alla sera dopo otto ore di lavoro...

Non appena ritrovo il foglio degli appunti il foglio degli appunti si degnerà di ritornare a mia completa disposizione, prometto di trascrivere tutte le interessanti osservazioni che sono state fatte. Nel frattempo scrivo quello che ho pensato io del romanzo: mi è piaciuto tantissimo e l'ho letto praticamente due volte. Non ho sufficienti basi filosofiche per dire che la prima parte è in realtà un po' stentata, come faceva notare Massimiliano, e anzi, io l'ho trovata impegnativa, soprattutto per la mole di concetti e problematiche che l'autrice fa passare al setaccio da Adriano. Poi l'imperatore passa a ricordare la sua vita, dai suoi esordi fino alla fine, e davvero ho trovato il racconto carico di suggestioni e di spunti per la riflessione. Mi ha colpito il fatto che avere un giovane amante fosse quasi uno status symbol piuttosto che un fattore di discriminazione (ma anche qui il nostro filosofo ci spiega che all'epoca "l'amore" era considerato una via per raggiungere la conoscenza, indipendentemente dal destinatario - e se Massimiliano ha tempo magari ci specifica meglio nei commenti...), ma soprattutto mi ha colpito l'abilità dell'autrice nell'annullarsi per far parlare solo ed esclusivamente il protagonista, una figura che non conoscevo e che mi resterà sicuramente impressa nella mente (anche qui però occorre specificare due cose: Massimiliano ci fa notare che alcuni concetti filosofici - come quello dell'anima distinta dal corpo - sono posteriori all'epoca di Adriano perchè tipici del pensiero cristiano, e quindi probabilmente l'autrice ci ha messo del suo, mentre Lara fa notare che la suddivisione dei capitoli e soprattutto i titoli sono probabilmente uno spazio che l'autrice si è riservata per far sentire, molto flebile, la propria voce: infatti, perchè Adriano avrebbe dovuto suddividere le sue memorie in capitoli con tanto di titolo??). Anche la parte dei Taccuini è molto interessante, spiega meglio un romanzo che di certo facile non è, e fa luce anche sulle difficoltà e incertezze dell'autrice nella stesura della sua opera.

Per adesso mi fermo qui, aggiungerò qualcosa nei prossimi giorni. Se nel frattempo volete aggiungere le vostre impressioni nei commenti, siate i benvenuti!

Il libro scelto dal gran giurì per il prossimo mese è

La ragazza delle Arance
Jostein Gaarder


La trama in breve: Georg Røed ha quindici anni e conduce una vita tranquilla, come la maggior parte dei suoi coetanei. Ma un giorno trova una lettera che suo padre gli aveva scritto prima di morire e che aveva poi nascosto, affinché il figlio la potesse trovare una volta grande. In questa lettera il padre, Jan Olav, racconta la storia della "ragazza delle arance", una giovane con un sacchetto di arance incontrata un giorno per caso su un tram di Oslo e subito persa. Per Jan è un colpo di fulmine. Georg si appassiona a questo racconto, che si accorge riguardarlo molto da vicino e che pian piano gli svela ciò che è accaduto prima della sua nascita; un racconto attraverso il quale la voce del padre lo raggiunge da lontano facendolo riflettere sul senso della vita. 


Prossimo incontro
Mercoledì 4 Aprile
ore 21 presso Arcipelago Progetti
via Borromini 21, Mira


Buona lettura!