mercoledì 28 settembre 2011

"Due", Irène Némirovsky - discussione del 21 settembre 2010

Prima di iniziare a riportare la discussione del libro in oggetto, volevo avvisare che ho sistemato il problema dei commenti. Era una questione di impostazioni: ora si possono lasciare commenti anche come "anonimo" oppure scrivendo a mano il proprio nome. Visto che mi sono impegnata, ora mi aspetto caterve di commenti come se piovesse! ;)

Allora, mercoledì 21 ci siamo trovati al solito posto, il Fragile di Dolo, dove ormai ci dedicano una stanza intera del locale, e addiruttura ci spengono la musica per favorire la concentrazione...
Special guests della serata Ornella, Cristina e Gianni, arrivati direttamente da Torreglia (gruppo di lettura Tra le righe) per la prima parte del nostro gemellaggio e di cui parleremo dopo.

Dopo aver ordinato qualcosa per rifocillarsi, apre la discussione Ornella, che dice di aver trovato il libro un po' tetro... anzi, proprio sfigato. Nel senso che di tutte le storie d'amore raccontate non ce n'è una che vada per il verso giusto: i genitori di Antoine stanno ancora insieme solo per convenzione sociale, ma non trasmettono nessun calore alla famiglia; Antoine e Marianne, dopo la passione iniziale, si adagiano alla routine di un matrimonio che dà loro sicurezza e tranquillità, ma frequentano altre persone in grado di dar loro quel brivido di passione che tra di loro sembra essere scomparso; infine, il rapporto tra Dominique e Solange sembra essere più possesso che vero amore, come faceva notare anche Cristina. Insomma, Ornella si chiede: ma possibile che non ne vada dritta una? Questo romanzo sembra più un esercizio di stile che un ritratto della realtà. Però Daniela fa notare come invece la descrizione di questi rapporti sia molto moderna (ricordiamo che il romanzo è ambientato negli anni '20): quante coppie stanno insieme solo per "convenzione" o convenienza al giorno d'oggi? Quante donne preferiscono avere "un uomo purchè sia" e restare inguaiate in rapporti che non danno più niente, pur di avere qualcuno? Insomma, il romanzo ci è parso abbastanza moderno.

La domanda principale è: "Come avveniva, nell'unione coniugale, il passaggio dall'amore all'amicizia?". Ma l'amore si trasforma sempre necessariamente in amicizia? Oppure se si arriva troppo presto all'amicizia significa che forse non era vero amore? Il dubbio che i personaggi di questo romanzo non abbiano ben chiara la differenza tra provare passione per qualcuno e amare è lecito. Marianne ad esempio insegue Antoine quasi fino alla pazzia, arriva addiruttura a rompere i cassetti del proprio comò, ferendosi, pur di non arrivare tardi all'appuntamento con l'amato, che però non si farà vedere. E nel momento in cui Antoine finalmente si concede e le chiede di sposarla, Marianne si sente svuotata di ogni energia come se, dopo aver sognato strenuamente una vita con Antoine, raggiunto l'obiettivo, non le interessasse più. Era solo voglia di conquista? Ma la società e le convenzioni si aspettano da entrambi una famiglia e degli eredi, e i due ragazzi si incanalano, quasi inconsciamente, verso un matrimonio che replicherà i matrimoni fallimentari dei genitori. Il fatto è che tutti i personaggi, Antoine e Marianne, Dominique e Solange, sono figli della loro epoca: sopravvissuti agli orriri della prima guerra mondiale, sembrano avere come obiettivo nella vita quello di godere, di avere tutto e subito, senza considerare la dimensione futura. E forse, giunti al momento di passare alla fase adulta della vita, si trovano impreparati, come se non ci avessero mai pensato davvero, come se non si fossero mai interrogati su cosa volessero veramente.

Abbiamo provato un parallelo con la gioventù di oggi: anche ai nostri giorni i ragazzi, in alcuni casi, vogliono godere della vita senza pensare al futuro, ma questa "smania di vita" ci sembra dovuta piuttosto alla mancanza di valori, o alla presenza di valori sbagliati, piuttosto che da una reazione ad eventi traumatici (salvo casi individuali, ovviamente). Ci stavamo attorcigliando su discorsi complicati, quando Daniela ci riporta con i piedi per terra: nel romanzo si parla di amori sfortunati, o forse semplicemente di amori "ordinari" che inevitabilmente perdono il loro devastante lato passionale per trasformarsi in qualcosa di diverso, ovvero in serenità e calore domestico, in tranquillità e sicurezza. Beh, davvero non ci sembra cosa da poco. Se non che i nostri personaggi restano aggrappati all'idea dell'amore come passione, e cercano quei momenti che loro definiscono come "vita vera" nei fugaci incontri extraconiugali, invece di comprendere il fatto che ogni frutto ha la propria stagione, e che la vita andrebbe forse ricercata altrove. Nonostante questo, il legame coniugale e la forza che questo trasmette sono più forti, evidentemente, di qualsiasi altra distrazione, e i coniugi non si lasceranno. Il romanzo termina così, e non ci resta che sperare che la vita doni infine a questi personaggi la consapevolezza del valore che un legame porta con se, anche se è diverso da com'era all'inizio.

Terminata la discussione di "Due", siamo passati alla scelta del romanzo per la prossima volta. Monica ci ha dato uno spunto interessante che abbiamo preso al volo, e dalla piovosa Parigi di Antoine e Marianne passiamo con un salto solo ai colori del Sud America con Jorge Amado. Il romanzo scelto per la prossima volta è:

Teresa Batista stanca di guerra
E' bella, Teresa: lunghi capelli neri e pelle color ambra. La sua storia è allo stesso tempo cruda e straordinaria, realistica e... magica. Venduta ancora bambina a un padrone senza scrupoli, si libera, e diventa coraggiosa vendicatrice di tutti i torti, protettrice di umili e malati, nonché amante appassionata. Nel libro, che è fra i capolavori della letteratura brasiliana contemporanea, la storia di una donna appassionata e della sua gente

Ricordo che ad Ottobre il Colibrì ricambierà la visita al gruppo Tra le righe di Torreglia, in occasione della festa per i dieci anni della biblioteca, e quindi la discussione avverrà

Giovedì 20 Ottobre ore 21:00
Biblioteca Comunale di Torreglia

dove i partecipanti troveranno anche un piccolo rinfresco. Ovviamente consiglio caldamente di partecipare, e prego chiunque ne abbia intenzione di comunicarlo a Silvia o a Daniela (oppure lasciando un messaggio sulla bacheca FB).

Per tutti coloro che non potranno venire a Torreglia, il Colibrì si riunirà, sempre al Fragile di Dolo, il mercoledì successivo (26 Ottobre), sempre alle 21:00.

Per il momento è tutto, stay tuned!


5 commenti:

  1. ciao, sono lara, mi sono unita al gruppo la scorsa settimana.
    vi voglio ringraziare perchè su vostro spunto ho intrapreso da qualche giorno la lettura di "Due" e lo trovo un romanzo incantevole. in particolare sto apprezzando moltissimo lo stile narrativo di Némirovsky, davvero particolare, molto cinematografico. la prosa scarna e incisiva, fatta di veloci e taglienti pennellate, stride quasi dolorosamente con l'intimità dei sentimenti e delle emozioni che esprime, e veicola al tempo stesso in maniera impeccabile il disincanto e la fragilità dei personaggi. sono appena all'inizio, ma per ora il libro mi ha letteralmente catturata! grazie ancora e a presto!

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  2. Ciao sono Monica,sono rimasta piacevolmente sorpresa dall’ultimo libro letto dal gruppo, “Due” della Nemirovsky, l’ho trovato molto attuale anche se ambientato negli anni 20.
    Si comincia con la passione dei vent’anni dove tutto sembra più facile per poi ritrovarsi nell’amore coniugale, nel vivere quotidiano, fatto di sostegno reciproco e complicità, di un affetto consolidato anche se dietro ad ognuno dei personaggi si nasconde la frenesia di ritrovare le emozioni dei primi tempi e qualcuno scivola nell’adulterio. Un’apparenza perfetta ma non vera.
    Non concordo nel fatto che l’amore si trasformi in amicizia.
    Un amico è una persona con cui ti trovi in sintonia, con cui stai bene insieme, che ti aiuta, di cui ti fidi. Ma non si desidera vivere insieme ad un amico, non si è gelosi dei rapporti che egli intrattiene con altre persone. Siamo felici se un amico si sposa, non soffriamo se egli parte per restare anche alcuni anni lontano da noi. L'amore è sempre, almeno un po', possessivo, esclusivista, l'amicizia no. L'amicizia non ci fa vivere le gioie esaltanti dell'innamoramento ma neppure i dolori che può provocare un amore non ricambiato o un tradimento. Esiste l'amore di chi è insieme da tanti anni e forse questa forma d'amore può avere alcune affinità con l'amicizia. La lunga convivenza stempera le passioni, riduce la componente passionale dell'amore. Questo è però a mio parere sempre profondamente diverso dall'amicizia. L'amore, specie l'amore tranquillo, non passionale o poco passionale della maturità comprende o può comprendere l’amicizia, ma non il contrario.
    Scrittura fluida , facile ma profonda. Sicuramente rileggerò almeno un altro libro di questa autrice.

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  3. per monica (e per chi voglia lasciare un commento non anonimo):
    sotto alla finestra "posta un commento" (questa in cui sto scrivendo) c'è un menu a tendina denominato "commenta come". scegliendo dalla tendina l'opzione "Nome/URL" si apre una finestra di "modifica profilo", con due campi da compilare, il nome e l'URL. io ho scritto il mio nome nell'apposito campo, mentre l'altro l'ho lasciato vuoto.
    questo è il risultato.
    ciaooooooo!!!!

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  4. Grazieeee Lara!!! Gentilissima...buon pomeriggio :)

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