Ciao a tutti!
Riportare la discussione di questo romanzo di Azar Nafisi non sarà facile, visto che ne abbiamo parlato in pizzeria. tra l'altro divertendoci parecchio... :)
Il romanzo di Afisi in linea generale ci è piaciuto, anche se la mancanza del sottotitolo in italiano trae senz'altro in inganno: non si tratta infatti di un romanzo, ma di un memoir, una specie di diario con cui l'autrice riporta i propri ricordi dell'epoca in cui lavorava come docente di letteratura inglese a Teheran.
Diciamo che in linea generale ci è piaciuto, anche se in realtà, discutendo, sono emerse diverse riserve.
Innanzitutto abbiamo notato tutti un calo di tensione quando l'autrice parla degli eventi passati, e la spiegazione puntuale dei romanzi affrontati durante il seminario privato a casa Nafisi può risultare un po' pesante, specie se non li si conosce. A volte sembrava davvero di leggere gli appunti di una lezione universitaria. Il racconto tocca molte tematiche che a volte rimangono solo abbozzate: vengono gettati tanti semi, e se da una parte questo funge senz'altro da spinta per il lettore che vuole approfondire l'argomento, dall'altra rimane l'impressione di vedersi passare davanti un treno con tanti vagoni, senza riuscire in realtà a sbirciare in modo soddisfacente dentro a nessuno di questi; inoltre, la voce narrante (la giovane professoressa) secondo molti di noi a volte risulta un po' snob. Infine, è singolare il fatto che, nonostante i fatti narrati si svolgano durante gli anni della rivoluzione, gli eventi "esterni" rimangano sempre un po' sfocati, tanto da non rendere chiaro il susseguirsi degli eventi. A pensarci bene, però, forse si tratta di un effetto voluto: è ipotizzabile che l'intento dell'autrice non sia quello di riportare per filo e per segno gli eventi politici e sociali che in quel periodo hanno sconvolto l'Iran, ma piuttosto quello di raccontare la vita privata delle ragazze che frequentavano il seminario in casa della professoressa. Infatti, è interessante notare come i piccoli eventi che hanno luogo nel salotto di casa Nafisi abbiano i contorni così netti e precisi, e siano in un certo senso in contrapposizione con la confusione che invece regna sovrana nei luoghi pubblici. Probabilmente la vita a Teheran era proprio così. Forse lo è anche oggi.
Siamo tutti d'accordo nel dire che per le ragazze la lettura dei romanzi, più che un approfondimento della letteratura inglese, è una vera e propria evasione da un quotidiano opprimente, e in alcuni casi anche un trampolino di lancio verso una nuova vita all'estero.
In ogni caso, "Leggere Lolita a Teheran" ha lanciato un semino anche nel nostro gruppo di lettura, e noi l'abbiamo colto al volo... per l'incontro di febbraio abbiamo scelto "Daisy Miller", di Henry James.
A presto!
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